giovedì 12 febbraio 2015

C-Come 2015: 9 domande a Sebina Pulvirenti

Il 31 gennaio c’è stato tutto un cinguettio di tweet su Twitter per C-Come, il secondo convegno nazionale su copywriting, creatività e content marketing, che lo ha portato ad essere uno dei trending topic della giornata. Leggiamo il racconto appassionato di Sebina Pulvirenti blogger, content strategist e team leader.

1. Ciao Sebina, è un piacere averti come ospite e grazie per aver accettato di fare questa intervista. Innanzitutto raccontaci qualcosa di te: di dove sei e di che cosa ti occupi?
Ciao a te, Anna, e a tutti i lettori del tuo blog! Due belle domande in questo momento di grandi cambiamenti per me… Vivo tra Spagna e Italia e ho due anime diverse: quella di chi ama scrivere e produce contenuti e quella dell’insegnante che ama studiare e condividere i meccanismi della scrittura.
Sono nata a Catania e vissuta ad Acireale: mi sono laureata in lettere moderne e mi sono trasferita a Roma per un master in Marketing e Comunicazione sul web e i nuovi media; dopo qualche stage in agenzie web e magazine sono approdata a Barcellona, dove ho lavorato per più di 7 anni sul sito Softonic, prima come content editor e poi come direttrice del sito italiano e di una redazione internazionale di articoli approfonditi. Ho curato anche la guida di stile del sito e mi sono occupata di content modelling, tassonomia e strategia dei contenuti.
Adesso sto lavorando a un progetto tutto mio, Geek è chic, un sito web di consigli tecnologici per un pubblico femminile. Vorrei anche contribuire a diffondere il concetto di content strategy in Italia (troppo spesso confusa con il concetto di content marketing), quindi ho recentemente fondato il gruppo Content Strategy Italy su LinkedIn.

2. Come hai saputo di C-­Come?
Grazie a Facebook! Giacomo Mason, un insegnante di un master che ho frequentato a Roma, ha condiviso l’evento sul suo profilo. Incuriosita ho dato un’occhiata al programma ed è bastato vedere gli argomenti che avrebbero trattato e i relatori presenti (la bravissima Luisa Carrada o Maurizio Boscarol che ho conosciuto a Firenze a Better Software, un evento sulle metodologie Agile) per convincermi subito ad iscrivermi.

3. Che atmosfera hai respirato durante questo convegno?
È stato come… tornare a casa, in tutti i sensi! Sebbene i partecipanti venissero da realtà anche molto diverse (content management, content marketing, copywriting ma anche grafica, sviluppo web, social media strategy…) tutti eravamo spiriti affini, accomunati dalla passione per la scrittura e il mondo dei contenuti e parlavamo lo stesso linguaggio. Inoltre, eravamo tutti inclini all’ascolto, volevamo imparare più che metterci in mostra con commenti più o meno appropriati, e desiderosi di condividere quello che stavamo scoprendo attraverso i social media: l’hashtag #ccome15 è stato spesso trending topic su Twitter durante la giornata del 31 gennaio.

4. Quali sono stati gli interventi che ti hanno colpita di più e perché?
Ovviamente, quello di Luisa Carrada, che ha parlato di naturalezza e conversevolezza (non è una parola meravigliosa?!?) nella scrittura, un tema che da sempre mi affascina. Poi la presentazione di Anna Covone sul design personalizzato delle presentazioni: una vera e propria crociata No Template che ci ha fatto riscoprire quanto la forma può amplificare il messaggio se ben studiata. Molto piacevole anche ascoltare Azzurra Tacente che ci ha rivelato i dietro le quinte della divertente campagna social media di Barilla durante i Mondiali e infine ho apprezzato anche l’ultimo intervento di Patrizio Romano dell’Anna sulle interazioni tra linguaggio e web: è stato denso e filosofico, non gli ha giovato essere l’ultimo in programma, ma sicuramente l’ho trovato stimolante e illuminante.

5. Parlaci dell’intervento di Luisa Carrada. Hai avuto occasione di conoscerla personalmente?
Ho conosciuto Luisa Carrada tramite il suo blog Il Mestiere di Scrivere, che ho divorato avidamente dal primo all’ultimo post, e poi ho avuto dei contatti con lei in occasione dell’organizzazione di un corso di scrittura per la redazione italiana di Softonic, corso che poi non è mai stato realizzato, quindi mi era rimasta una grande voglia di ascoltarla dal vivo. Sentirla parlare di “conversevolezza” durante il C-Come è stato un caso di serendipità eccezionale, perché si tratta di un tema che mi è sempre stato caro e per cui avevo tanto ammirato anche l’intervento di Ginny Redish durante il Confab UK del 2013: in pratica, bisogna instaurare una conversazione con il lettore quanto più naturale possibile, giocando su immagini e suoni, perché leggere non è naturale, ma vedere e parlare sì. Luisa ha arricchito la sua presentazione con bellissime citazioni da The Sense of Style, un recente libro di Steven Pinker, psicologo del linguaggio americano, come questa per esempio:

Scrivere è combinare visione e conversazione. Scrivendo dobbiamo immaginare di vedere nel mondo qualcosa di interessante e portarvi l’attenzione del lettore attraverso le sole parole, cioè gli strumenti della conversazione

Inutile dirvi che appena arrivata in albergo ne ho ordinato subito una copia!

di Sebina Pulvirenti

6. I relatori hanno indicato alcuni strumenti del mestiere, a tuo avviso, “mai più senza”?
Il mio mai più senza è il libro di Steven Pinker, citato sopra. Per il resto, si è parlato molto di analitica web (specialmente Google Analytics) e Hootsuite (che era anche uno degli sponsor), ma si tratta di strumenti che tutti ormai dovremmo conoscere e usare quotidianamente. Nell’intervento di Valentina Falcinelli di Pennamontata, basato sul tema Content Marketing Interattivo, sono stati citati vari plugin per Wordpress che possono essere molto utili per creare pagine interattive: per esempio, Interact o Fl3r Feelbox, che ho intenzione di provare presto sul mio blog, o Thinglink.com, per creare infografiche interattive.

7. Ci sono stati momenti interattivi? Raccontaceli in breve.
Più che altro, si è parlato di interattività, specialmente nell’intervento di Valentina Falcinelli: le nostre pagine web sono spesso noiose, troppo piene di testo, non strutturate, poco interattive. Valentina ci ha suggerito vari strumenti e modalità per rendere i nostri siti web più cliccabili e ricchi di cose da fare, per renderli più interessanti agli occhi del pubblico dei cinestesici, che diventano ricettivi quando gli dai qualche azione da fare (tutto questo mi ha ricordato molto una lezione sull’arte di calibrare la comunicazione di Alessandro Lucchini, di Palestra della Scrittura, un altro grande della comunicazione in Italia che spero di trovare al prossimo convegno).
Oltre a questo, c’è stato l’instancabile visual facilitator Marco Serra, che ha trasformato in bellissime immagini tutto quello che è successo al C-Come (in tempo reale!) e un momento cinematografico con tanto di popcorn quando lo sponsor Montanus ha mostrato un video illustrativo di visual storytelling su Instagram!

8. C-­come...? Una parola riassuntiva per descrivere la tua esperienza a questo convegno.
C-Come… Casa. Perché a casa non siamo da meno che negli Stati Uniti o in Inghilterra. A casa, siamo un po’ indietro su alcune tematiche forse, ma in quanto a capacità di comunicazione non abbiamo nulla da invidiare a nessuno e possiamo contare su eccellenze come Luisa Carrada e tantissimo talento di professionisti instancabili che migliorano la scrittura e la comunicazione lavorando sui contenuti giorno dopo giorno.

9. Alla luce di quanto ci hai raccontato, consiglieresti di partecipare alla prossima edizione?
Assolutamente sì! Cominciate a tener d’occhio il sito web di C-Come. Ci vediamo alla prossima edizione! ;)

Ringrazio ancora Sebina, disponibile su LinkedIn e su Twitter, per il suo entusiasmo e la dovizia di particolari profusi in questa intervista che hanno permesso a me e, spero, anche a voi, di renderci partecipi all’evento come se fossimo in aula. Per approfondimenti leggete il blog di C-Come.



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