venerdì 21 marzo 2014

5 semplici regole per creare contenuti adatti ai siti responsive

Oggi la navigazione su internet anche in Italia avviene sempre più da dispositivo mobile. Non lo dicono solo le statistiche, ma lo vediamo e lo facciamo anche noi quando camminiamo per strada, siamo al bar mentre beviamo un caffè o aspettiamo in coda al supermercato.
E le previsioni degli esperti dicono che già per la metà del 2014 l’accesso ad internet avverrà nel 50% dei casi da un dispositivo mobile; un trend che comunque conferma da qualche anno il calo del collegamento da pc rispetto a quello da mobile.

da Statcounter: desktop vs mobile dicembre 2008-marzo 2014

Ecco che allora molti progettisti di siti si stanno orientando al responsive web design (RWD): è una disciplina del web design che mira ad adattare il layout dei siti alle diverse dimensioni di tablet, smartphone e altri device rendendo testi ed immagini fruibili e leggibili nel miglior modo possibile per l’utente, al di là del dispositivo che sta adoperando per la navigazione. Un esempio chiarificatore ce lo fornisce Wikipedia alla voce responsive web design

Al contrario un sito non responsive, che non abbraccia cioè questa nuova tecnica di design user friendly, rischia di perdere utenti (e succede) che non visualizzano correttamente i contenuti testuali e le immagini.

Bene, allora cosa possiamo fare noi web content editor e writer in questo scenario? Dal momento che ci occupiamo prevalentemente di redigere testi, possiamo a mio avviso osservare alcune semplici regole per aiutare i designer nella progettazione e gli utenti nella navigazione:

1) scrivere testi corti: laddove possibile preferire la brevità alla lunghezza;

2) organizzare il testo in blocchi e ad ogni blocco affidare un solo concetto: in questo modo il testo risulta più arioso e facilmente scomponibile nelle sezioni del sito;

3) usare sapientemente il grassetto: non per intere frasi come spesso si vede ma per una, massimo due parole contigue, senza esagerare. Grazie a questa visualizzazione del testo, così messo in evidenza, si crea un paratesto (nel senso di un testo che si affianca ad un altro) che fornisce un ulteriore messaggio all’utente/lettore;

4)  campitura della pagina web: parolone preso in prestito dalla terminologia della storia dell’arte (vuol dire lo spazio, la zona ove è steso un colore), col quale si intende l’alternanza degli spazi occupati dal testo, dalle immagini e dagli spazi bianchi circostanti;

5) scegliere un font leggibile (cioè non solo della tipologia ma anche della grandezza giusta) e adatto al sito.

Con questi due ultimi punti possiamo fornire anche noi letterati il nostro contributo alla fase di design di un sito.

Vi sembra di averle già viste/sentite queste cose? Anche a me ;-)


Vergilius, Bucolica; Georgica; Aeneis, Proba Faltonia, Cento Vergilianus, ps. Vergilius, Moretum
Manoscritto membranaceo; sec. XIV fine – XV inizi, ms. 507, c. 91v

Per la serie non abbiamo inventato nulla ;-) Cosa ve ne pare? Fatemi sapere il vostro pensiero. Non è affascinante tutto ciò?

2 commenti:

  1. bellissimo come hai saputo creare il legame tra testi, tra medium diversi che però condividono alcune regole di usabilità e impostazione!

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