martedì 12 giugno 2012

Gli inizi, ovvero le avversità della vita.

Destino avverso?
Chi l'avrebbe detto che due eventi negativi avrebbero avuto conseguenze positive nella mia vita? Un paio di mesi fa mi sono distorta una caviglia e questo mi ha costretto a restare a casa con la gamba a riposo. Poco male, direte voi, potevi romperti la caviglia. Avete ragione.
Peccato che sia successo poco dopo la notizia bomba, cioè che avrei perso a breve il tanto sospirato posto di lavoro a tempo indeterminato. E' stato un caso? Me lo sto ancora chiedendo.

Accettato il primo fatto, ovviamente fatico ancora molto ad accettare il secondo. Comunque, messe da parte le elucubrazioni che non portano a nulla, è stato molto meglio passare ai fatti.

Quali? Cercare lavoro! Siccome cercare un lavoro è un lavoro, ho ingannato il tempo piuttosto bene, stesa sul divano o seduta alla scrivania con la gamba infortunata sulla seconda sedia di supporto (a tal proposito vanno benissimo quelle a rotelle di quella ditta svedese che permettono agevoli spostamenti per casa, rimanendo comodamente seduti). Navigando e indagando nel mare magnum di internet, non soltanto cercando lavoro, ecco che riaffiora quell’attrazione verso la pagina scritta, mai sopita negli ultimi anni di duro lavoro aziendale.
Come umanista del terzo millennio, la mia attenzione si è concentrata sulla pagina web. Dalla penultima esperienza lavorativa web in una multinazionale farmaceutica, dove curavo un sito di responsabilità sociale, sono accaduti eventi importantissimi come l’avvento dei social network e la tanto deprecata crisi economica finanziaria mondiale. Cos’è successo? Occorre fare business nonostante la crisi e coinvolgendo le masse anche nell’universo, parallelo ma non troppo, di internet.
Potere alla parola.
Un fatto tuttavia è certo: mai come in questi ultimi tempi la parola scritta ha ripreso un valore così forte. Attrarre, deliziare, catturare e convincere il cliente sono forse tra gli imperativi categorici che ogni azienda, dalla ditta alla multinazionale, si impone per raggiungere il suo obbiettivo primario: vendere. Ed il cliente, navigatore o lettore che sia, deve ricevere messaggi chiari, alla sua portata e rispettosi della sua persona. Patti chiari amicizia lunga, no?
Scendendo nel dettaglio, un messaggio da parte dell’azienda:
·         è chiaro, se riflette la sua natura (il brand), gli intenti che propone, le opportunità che offre al cliente facendolo entrare a far parte della sua comunità di consumatori;
·         è alla portata del cliente, se è espresso in una lingua semplice, abbordabile (al di là del suo livello di formazione), ed esaustiva;
·         è rispettoso della sua persona, mostrando diritti e doveri di entrambe le parti.
Infine, molto importante, il messaggio deve essere organizzato in modo armonioso, per esempio, all’interno di un sito, che è l’argomento di questo blog. Nei prossimi post cercherò di fare chiarezza su questo tema che mi appassiona molto (ecco l’evento positivo, la riscoperta di una passione!) e che gli americani chiamano Content Management.

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